Calitri – Città della ceramica

Il 16 Aprile 2019 è un bel giorno per Calitri, è un giorno da ricordare, esso può essere paragonato a quella pietra miliare che, lungo le strade, segna quanti chilometri hai percorso o quanti te ne mancano per arrivare alla località che hai in mente. Nel nostro caso, essa non segna uno spazio, ma segna il tempo: Quanto tempo abbiamo impiegato, speso o trascorso per arrivare a questo 16 Aprile? Con certezza non lo sappiamo ma, una stima molto prudenziale, ci suggerisce che siamo partiti almeno 2500 anni fa, la data alla quale risalgono i primi vasi in terracotta che abbiamo trovato nelle tombe di coloro che abitavano  questa “Terra” e che noi, per ignoranza, non sappiamo come chiamare, ma che oggi chiameremmo “Calitrani di quei tempi”. Nel corso degli anni, anzi dei secoli, abbiamo provveduto da soli a costruirci brocche, anfore di tutte le dimensioni e tutto ciò che poteva servirci sia in vita che dopo la morte. Abbiamo migliorato sempre più l’arte della lavorazione della creta, prima in modo molto semplice poi sempre più colorata. I nostri “fornaciari” hanno dedicato tutte le loro energie, sia fisiche che mentali, per avere un prodotto che potesse soddisfare le necessità e i gusti dei loro clienti: spase, spasette, piatti, vasi, vasetti, brocche di tutte le dimensioni, sirole, insomma tutto ciò che serviva e questi oggetti erano così necessari tanto da essere conteggiati perfino nei corredi matrimoniali. Eppure la vita di questi artigiani-artisti era difficile e grama, la tecnologia di cui disponevano non era sufficiente a controllare l’aria, il fuoco e gli elementi che partecipano al processo produttivo e, spesso, il risultato di tanto lavoro era molto modesto. Tutta la famiglia era coinvolta nell’attività, sia maschi che femmine e non solo gli adulti ma anche i bambini, sia che andassero a scuola sia che fossero destinati ad essere per sempre analfabeti, la loro infanzia veniva sacrificata, l’età del gioco cancellata e tutti dovevano contribuire, lavorando, al “benessere” della famiglia. Il tempo e i sacrifici non sono stati vani, la tenacia e la forza di volontà hanno aiutato e consentito di migliorare la loro arte, hanno avuto l’intelligenza e la virtù di saper accogliere le “novità” che arrivavano dal mondo esterno, ma soprattutto, ad un certo momento hanno capito che “il fai da te” non bastava più, era necessario imparare a padroneggiare le tecnologie necessarie sia nella lavorazione della creta che nell’uso dei colori e, magari, apportare qualche innovazione anche nei decori.

 

Nacque quella che chiamammo “Scuola dell’Arte” poi “Istituto d’Arte” ed oggi “Liceo Artistico”; perfino i “fornaciari” hanno cambiato nome ed oggi li chiamiamo “Ceramisti”. I ragazzi non hanno più dovuto cancellare la loro fanciullezza, respirare il fumo e la cenere degli antichi forni che oggi guardiamo come “oggetti da museo”, ma sono stati educati all’Arte, alla Bellezza, acquisendo una sensibilità tale che li rende capaci di trasfondere questa nuova Virtù nelle forme, nei colori, nei decori che fanno di ogni oggetto un oggetto d’arte. Questo risultato non è frutto di approssimazione, non ci è stato regalato, ma è il frutto di un lungo, anzi lunghissimo processo, che abbiamo assimilato nel corso dei secoli e che è costato sacrifici; i “fornaciari”  hanno sofferto e, forse, anche patito la fame ma hanno “coltivato” una perla che è incastonata nella corona che adorna il nostro stemma comunale e che porta il nome di “Ceramica di Calitri”. Tutta Calitri si è sempre sentita partecipe e fatta propria l’Arte della Ceramica, si è vantata di questa sua specialità e si è sempre orgogliosamente chiamata “Città della Ceramica”; anche i non calitrani hanno da sempre concordato che per comprare un oggetto ceramico dovevano venire a Calitri. Tuttavia, sappiamo bene che le medaglie auto assegnate, anche se vere, non sempre vengono riconosciute, anzi c’è pure chi irride e nega l’evidenza; allora è necessario che una autorità indipendente e superiore confermi quanto autoproclamato ed emetta una bolla di approvazione con il proprio sigillo. Il Comune di Calitri, che già nel passato aveva fatto richiesta ma senza successo del sopraindicato documento, con rinnovato vigore in data 20 Marzo 2019 ha fatto richiesta del riconoscimento di

“Calitri, Città della Ceramica” ai sensi della legge 188/90 e il 16 Aprile 2019 l’autorità indipendente e superiore del Consiglio Nazionale Ceramico del Ministero dello Sviluppo Economico ha deliberato, “Urbi et Orbi” che Calitri può fregiarsi del titolo di “Città della Ceramica”.

Il sindaco di Calitri, Michele Di Maio, insieme alla sua amministrazione, è, giustamente e meritatamente, orgoglioso del successo della sua richiesta e dell’impegno profuso.  Il nostro ultimo ricordo, però, lo vogliamo rivolgere a tutte quelle generazioni di “fornaciari” che impastando creta e respirando fumo e cenere  ci hanno lasciato in eredità questo meraviglioso dono che fa di Calitri una “Città della Ceramica” che sottintende anche: “Città della Bellezza”.

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