La leggendadella pietra di S. Canio

“L’arcivescovo di Acerenza, Leone, avuta notizia del trattamento irriverente e trascurato del culto di S. Canione nel 799 d. C, accompagnato da una comitiva di pie persone, si recò ad Atella della Campania ed esumato il corpo lo portò ad Acerenza. In quel tempo, la pia comitiva percorse la strada militare, costruita dai Longobardi che dalla Campania giungeva in Lucania, dove si trova Acerenza.

La tradizione popolare racconta che questo gruppo di fedeli, giunto in prossimità di Calitri, in contrada “Li munti” decise di fare una sosta per riposare e ristorarsi, perciò appoggiò la bara contenente il corpo del Santo su una grossa pietra bianca. Nel frattempo le campane delle chiese di Calitri, inspiegabilmente risuonarono a festa così la comunità calitrana, colpita da questi miracolosi fatti, decise di eleggere S. Canio come proprio protettore mentre la pietra bianca prese il nome di “Pietra di San Canio”.

Tratto da “Storia di Calitri” di Vito Acocella

In memoria di queste vicende, il Comitato festa di San Canio dell’anno 2014, fece installare sul frontespizio del sagrato della Chiesa madre dedicata al Patrono, un bassorilievo in ceramica maiolicata che rappresenta la traslazione delle reliquie del Santo.

Il Presidente della Pro Loco Calitri, Vitale Zabatta, accompagnato dai Consiglieri, in data 7 Aprile 2018 si è recato in località “Li munti” per un sopralluogo alla “Pietra di S. Canio”. Andavano verificate le condizioni affinché il luogo possa essere visitato recuperando alla memoria della comunità calitrana tale bene culturale.